Il temporale notturno di cui si parla nella poesia non è un fenomeno atmosferico, rappresentato attraverso immagini e suoni, come potrebbe sembrare a una prima lettura disattenta, ma un fenomeno introiettivo: è sì un temporale, ma dell’anima. In questa poesia, infatti, vi è tutta l’esistenza del poeta: il nero della tempesta rappresenta la sua vita, funestata dai lutti, e l’ala di gabbiano il nido in cui rifugiarsi per tentare di sopravvivere.L’uccisione del padre porta il poeta ad attaccarsi morbosamente alla famiglia, soprattutto alle due sorelle Ida e Mariù, con le quali ricostruisce un nido che rappresenta la metafora dell’infanzia e la protezione della famiglia, necessaria per fronteggiare le avversità della vita.Gli ultimi due versi colpiscono sia per l’antitesi fra il nero del cielo e il bianco del casolare che per l’analogia fra il casolare e l’ala di gabbiano. Il poeta si serve dell’analogia per accostare elementi di natura diversa, al fine di scoprire i rapporti più profondi che s’instaurano tra le cose.L’unica possibilità che gli esseri umani hanno per fronteggiare il dolore e la violenza del mondo esterno è rifugiarsi in un porto sicuro, in un candido casolare: il nido.